Come la SEO evolve nel 2022
La Ricerca organica pre-Pandemia risulta molto differente da quella attuale.
Il mondo digitale è sempre in continua evoluzione e cambiamento, ma tra il 2020 e il 2021 il panorama si discosta notevolmente dalle normali evoluzioni e cambiamenti.
Ci si è ritrovato in un contesto di grande incertezza nel quale non si capiva come adattarsi ai comportamenti degli utenti in ambito di Ricerca digitale.
Si tornerà mai ad una situazione pre-Pandemia?o dovremmo adattarci a questo “clima” ancora per un bel po?
Cerchiamo di capire insieme l’attuale situazione nella quale ci troviamo su diversi livelli.
Lo Stato del Web
Uno dei cambiamenti più evidenti che si è riscontrato a livello Web, provocati dal COVID-19 nel digitale riguarda l’aumento di interesse nell’ avere una presenza online.
Sono stati rilevati i dati relativi ai nuovi domini in ranking per regione rispetto all’anno precedente e ciò che è emerso evidenzia proprio un picco nel numero di siti con un processo di ottimizzazione in corso.
Nello specifico in media,ci sono stati circa 3,4 milioni di nuovi domini per mercato nel 2021; questi rappresentano un aumento del 24,1 % nei domini entrati nei ranking di recente.
Questo è un chiaro segnale di un aumento sensibile nel numero di nuovi siti nel 2020 rispetto al 2019.
Analizzando invece gli URL che si sono posizionati di recente, si è riscontrato che contrariamente ai domini ci sono stati un numero significativamente inferiore di nuovi URL che si sono posizionati nella top 100.
Dunque nel complesso, i dati indicano che nel 2021 sono state create meno pagine rispetto al 2020.
Da notare che, rispetto agli altri paesi, gli Stati Uniti rappresentano un caso a parte che ha seguito un proprio percorso.
Si evince infatti dall’analisi relativa che hanno registrato la più grande crescita dal punto di vista dei domini e sono stati anche l’unico mercato a non mostrare meno pagine nel 2021 rispetto al 2020.
Andamento Traffico Organico Medio
Proviamo ora a capire come ci si è comportati in questi anni per attirare traffico di ricerca organico.
Considerando un periodo di 30 giorni a Ottobre 2021 e analizzando il numero di visitatori ricevuti dal sito medio e la quantità di traffico ricevuto dalla pagina media si evince che all’interno di questo intervallo di tempo il sito medio ha attratto 310 visite organiche tramite ricerca da dispositivi desktop in tutti e otto i mercati mondiali.
Gli Stati Uniti invece risultano sempre un’eccezione: risulta infatti, che abbiano oltre il doppio del numero medio di visitatori.
I Migliori 100,00 Domini
Nel 2020, i migliori 100,000 siti hanno ricevuto una media di 149 mila visite al mese. Nel 2021 il numero è salito a 169 mila, ovvero c’è stato un aumento del 13,89 %. L’aumento di percentuale è dettato proprio dal fattore pandemia da Covid-19: ha portato a un aumento del 4 % del traffico.
Traffico nei Migliori 100,00 siti per dispositivo
Da tener presente anche una netta differenziazione: secondo l’analisi dei dati infatti, si è registrato che prima di marzo 2020 il traffico dati desktop era del 76%, per dopo salire ad aprile 2020 già al 78% e a maggio al 79%.
La percentuale è continuata a salire finchè non vi sono state le riaperture di quelle realtà che a causa del Covid erano state costrette a chiudere.
Calcolo del Traffico per Categoria
Analizzando l’andamento del Traffico per categorie quali: Generiche, Editoria, Media online, Servizi Finanziari, E-learning, Logistica e Forniture, Vendita al dettaglio, Ristoranti, servizi amministrativi e pubblica amministrazione, Formazione primaria e secondaria, abbigliamento e moda, tempo libero e organizzazioni no profit, si evince che, ad eccezioni di due categorie, tutte hanno registrato un significativo aumento di traffico, specialmente quelle concernenti il settore dell’educazione.
Si registrano infatti, aumenti significativi ad Aprile 2020 e poi a Giugno 2020 si vede invece un calo a causa della fine della scuola e di nuovo un picco a Settembre 2020.
Settembre 2021 invece il picco era più scuole erano aperte rispetto al 2020.
Da notare quindi vi è una conferma sul fatto che l’impatto della pandemia a livello globale ha cambiato molte cose rispetto alla realtà del traffico web e punta i riflettori sul destino della ricerca organica nella “nuova normalità”.
Effettuando degli approfondimenti sulle frequenze di rimbalzo, tempo sul sito e pagine per visita, si è potuto capire meglio come sono cambiate nel tempo le interazione degli utenti con i siti.
Nella frequenza di rimbalzo non notiamo grandi differenze tra il periodo pre- pandemico, durante sino ad oggi.
Se si analizzano i vari settori si evidenziano differenze tra le frequenze di rimbalzo dei settori più informativi o di intrattenimento rispetto a quelli con caratteristiche di utilità.
Tutto dipende quindi dalla natura del contenuto:pagine di contenuti finanziari hanno ottenuto frequenze di rimbalzo più basse, mentre quelle di moda in quanto è più facile passare di pagina in pagina per vedere più opzioni in un sito di articoli di abbigliamento rispetto ad uno finanziario.
Riguardo alle Pagine per visita, anche qui non si notano grandi differenze tra il 2020 e il 2021.
Da notare che le categorie con meno pagine per visita in entrambi gli anni hanno mostrato, frequenze di rimbalzo più alte (Tempo libero, Media online ed Editoria).
Quelle invece aventi più pagine per visita hanno registrato frequenze più basse.
Anche il Tempo speso sul sito non ha registrato notevoli differenze tra i due anni, ad eccezione della categoria concernente i servizi finanziari, registrando un calo di 1 minuto.
Quindi la pandemia non ha influito tanto sul tempo speso da un utente medio su un sito.
In definitiva quindi si evince che alcune metriche di volume, come appunto il traffico sono cresciute, ma il modo con cui le persone hanno interagito con gli stessi siti, che possiamo interpretare attraverso le frequenze di rimbalzo, le pagine per visita e il tempo sul sito, è rimasto abbastanza invariato.
Che tipo di ricerche fanno gli utenti nel 2021?
Esploriamo gli intenti di ricerca partendo dai tipi di keyword, dalla lunghezza della query e dalle percentuali dei volumi di ricerca.
Le keyword vengono suddivise in 4 categorie, ovvero informazionale, commerciale, transazionale e navigazionale.
Le keyword di tipo informazionale rappresentano il 64 % dei termini di ricerca unici utilizzati da chi effettua una ricerca.
Rispetto alla categoria navigazionale e transazionale è il quadruplo in percentuale delle ricerche e più di sei volte rispetto al numero di keyword uniche commerciali e navigazionali utilizzate dagli utenti.
Nonostante le keyword informative rappresentino effettivamente il volume di ricerca più elevato in generale, non hanno però il volume di ricerca più elevato per parola chiave.
Le keyword navigazionali infatti detengono il volume di ricerca più elevato per parola chiave.
Che tipi di keyword utilizzano gli utenti?
Per capire quanto sono specifiche le keyword bisogna analizzarne la lunghezza o il numero di parole.
Categorizzando quindi il numero totale di query in base al numero di parole utilizzate all’interno di uno specifico dataset possiamo notare che la maggioranza (92,5 %) di query uniche è composto da cinque parole o meno,mentre con query da 3-5 parole otteniamo il 62,1 % e con quelle da 1-2 parole il 30,4 %.
Mentre meno dell’1 % delle query contiene 10 o più parole, e solamente il 7,4% contiene 6-9 parole.
Da notare però che le query contenenti 3-5 parole e che rappresentano quindi il gruppo con maggior numero di keyword uniche, non hanno il numero maggiore di ricerche per keyword(233 ricerche al mese contro 856 di quelle da 1-2).
Quindi il numero di ricerche reali, ossia il volume di ricerca, è maggiore nelle query di sei parole o meno rispetto al numero di keyword uniche.
Stato del Ranking
Confrontiamo il livello di volatilità media del ranking dei trend per ciascuna categoria tra il 2020 e il 2021 in relazione all’algoritmo di Google.
Parliamo di volatilità nel senso di differenza di percentuale rispetto a questi due anni e non di volatilità assoluta.
Prendendo i dati statistici relativi all’utilizzo desktop nel 2021 si evince che vi è stato un aumento del 123% nel numero di giorni che hanno mostrato livelli alti di volatilità nel ranking su desktop e 132 % di aumento nel numero di giorni che hanno mostrato livelli alti o molto alti di volatilità nel ranking.
Mentre se ci riferiamo ai dati statistici relativi al mobile 2021 notiamo un aumento del 141% nel numero di giorni che hanno mostrato livelli alti di volatilità nel ranking su mobile e 150 % di aumento nel numero di giorni che hanno mostrato livelli alti o molto alti di volatilità nel ranking.
Si deduce quindi che la volatilità nel ranking si è verificata più di frequente nel 2021 rispetto al 2020 e Il punteggio medio di massima volatilità è calato nel 2021 dell’1,12 % sia su desktop che su mobile, e anche i picchi di ciascun settore in ogni anno sono stati sempre più bassi.
Inoltre dall’analisi dei dati risulta che i livelli reali di volatilità sono stati molto differenti da settore a settore.
Nelle diverse Categorie infatti possiamo notare che, Animali domestici, Cibi e bevande e Viaggi sono state quelle più volatili su desktop, e Animali domestici, Shopping, Casa e giardino su mobile.
Usiamo la deviazione standard come metrica più esplicativa della volatilità nei ranking.
Si nota che per dispositivo la deviazione standard è calata del:
– 3,3% su desktop;
– 1,9% su mobile;
Le oscillazioni nella volatilità sono state comunque meno estreme nel 2021 rispetto al 2020.
Le vere differenziazioni concernenti la deviazione standard si notano a livello di categorie:
-su mobile c’è stato un calo riguardo a categorie quali:cibi e bevande;
-su desktop abbiamo un forte calo del 20% nella deviazione standard per categorie quali: sport e giochi.
Considerazioni
Il ranking è stato quindi più o meno stabile nel 2021?
Dipende:
-In media c’è stata più volatilità e meno istanze di fluttuazioni estreme nel ranking rispetto alla media;
-il numero di giorni di volatilità nel 2021 ha sorpassato ampiamente quelli del 2020;
Inoltre nessuna analisi della volatilità dell’algoritmo può definirsi completa senza aver preso gli aggiornamenti relativi ad esso che nell’estate 2021 sono stati ben due.
Prendendo in esame lo storico degli aggiornamenti notiamo la presenza di un trend di decrescita della volatilità nei ranking dopo che sono stati effettuati gli aggiornamenti dell’algoritmo principale da Dicembre 2020 in poi.
Notiamo infatti che i due aggiornamenti del 2021 hanno provocato aumenti della volatilità inferiori al 35 %.
Serp e altre funzionalità
Tra il 2020 e il 2021 ci sono state variazioni anche nella frequenza di comparsa di funzionalità SERP nella SERP.
Partendo da quelli che sono gli elementi a pagamento della SERP, ovvero gli Annunci, Search Ads ecc., si sono visti apparire meno su tutti i dispositivi(presenza media solo dello 0,6 % di tutte le SERP nel 2021), mentre gli annunci in alto o in basso dei dispositivi mobili sono cresciuti tantissimo(-54%su desktop, +417% su mobile).
In generale si è visto proprio un calo degli annunci di rete confrontando il 2020 con il 2021.
Abbiamo infatti in percentuale:
- 74% su desktop
- 26% su mobile
Questo denota il fatto che Google ha cambiato e ridimensionato gli annunci di rete di ricerca a tutti i livelli sia per desktop che per mobile.
Google continua ad aumentare il fatturato, dato anche dagli annunci di ricerca a pagamento e questo forte calo sui dispositivi desktop potrebbe significare che il motore di ricerca rimuove gli annunci dalle keyword che tendono a non produrre clic, cosa che può anche significare CPC più alti in alcuni casi.
Da notare che anche gli annunci di Google Shopping nel 2021 sono calati significativamente su tutti i dispositivi(-53% su desktop, -16% su mobile).
I risultati di ricerca di Google Shopping però non appaiono più nella Serp principale, ma in una scheda speciale sotto al riquadro di ricerca. Questo perchè Google, già da aprile 2020 ha aperto il Merchant Center per liberare le sezioni organiche, limitando cosi gli Annunci di Ricerca.
Quindi queste percentuali non sono totalmente veritiere.
Per quanto concerne un’altra funzionalità della Serp, ovvero la Funzionalità SERP organica si sono riscontrate variazioni significative nei Trend di comparsa in diverse funzionalità Serp.
Gli Snippet, che hanno la funzione di portare traffico importante sui siti, nel 2021 si è notato un aumento del loro uso(+11% su desktop, +25% su mobile). La funzionalità “le persone hanno chiesto anche”, simile agli Snippet, è anch’essa cresciuta in modo significativo nel 2021: +145% su desktop, +291% su mobile.
Le Risposte Istantanee, altra funzionalità della SERP, sono diventate una funzionalità molto più utilizzata nella SERP da mobile che da desktop:con un aumento rispettivamente del 9% su mobile e del 5% su desktop.
Si parla dunque della presenza di una Risposta istantanea nel 4-6 % di tutte le SERP in entrambe le categorie di dispositivi.
Quindi, nonostante i numeri siano in crescita, non possiamo definirla una funzionalità particolarmente prolifica.
I Knowledge Panel, altra funzionalità della SERP, in continua evoluzione, hanno avuto un aumento di comparsa nel 2021 sia a livello desktop che mobile rispettivamente: +22% su desktop e +26% su mobile.
Se analizziamo però la frequenza di comparsa in termini di crescita o contrazione si rileva che a livello desktop c’è stato un aumento del +1% mentre a livello mobile si registra un -16% di frequenza di comparsa.
Tutto ciò probabilmente dovuto al fatto che le schede informative su desktop appaiono a destra dei risultati mentre quelle su mobile sottraggono lo spazio effettivo ad altri contenuti.
I Lockal Pack, ovvero le schede locali, altra funzionalità SERP, nel 2021 non sono stati molti.
Sono stati registrati dei livelli di comparsa maggiori su mobile che su desktop rispettivamente: Desktop +7%, Mobile +9%.
I Risultati delle domande frequenti, potente strumento SERP per migliorare la presenza organica, rilevano un aumento rispettivamente dell’+11% su desktop e 7% su mobile.
Confrontando le medie annuali tuttavia la variazione non è molto significativa. I Riquadri di immagini, altra funzione SERP, sono calati in entrambi i dispositivi.
Precisamente:-17% desktop e -38% mobile. Si è registrato proprio un calo drastico a Maggio 2021 in concomitanza con il Google I/O 2021 dove sono stati annunciati i cambiamenti alle immagini nelle SERP mobile.
Ad oggi su mobile si è riscontrato un marginale aumento del 5,4 %, ma è difficile immaginare di vedere un grosso aumento, dato che questa funzionalità appare almeno una volta solo nel 69 % delle SERP mobile.
Su desktop invece si è riscontrato un aumento del 9 % nei livelli di comparsa, con le anteprime che portano il livello di comparsa medio a 3,6 %.
Per quanto concerne i Video, una delle funzionalità SERP più “universali”,si è rilevato un aumento rispetto all’anno precedente con livelli di comparsa: +5% desktop e +55% mobile.
Questa funzionalità è in continuo aumento e assumerà sempre più importanza con il passare del tempo.
Lo stato degli Snippet in primo piano
Questi rappresentano una delle funzionalità più significative e che attirano più traffico nella SERP e solitamente necessitano di essere gestiti da un esperto Seo.
Abbiamo già visto che si è rilevato un aumento di crescita,ma effittivamente quanto durano? Come si riesce a mantenerli in primo piano?
Secondo i dati emerge che su desktop quasi il 58 % degli URL che appaiono all’interno degli Snippet in primo piano rimangono per l’intero anno mentre su mobile si rileva 61 %.
Livelli di comparsa delle coppie di funzionalità SERP
Analizzando quante SERP contengono delle coppie di funzionalità SERP non sono stati rilevati dati con numeri astronomici.
Ad esempio si è visto che i Caroselli Video e gli Annunci di rete (PLA) appaiono insieme solo nell’1,1% delle SERP desktop e 1,8% su mobile.
In generale, infatti, più della metà delle coppie analizzate è apparsa in meno dell’1 % delle SERP.
Parrebbe che Google premi le funzionalità organiche, che prendono più spazio nelle SERP, rispetto a quelle a pagamento.
Nel 2021 rispetto all’anno precedente ci sono stati grandi aumenti nelle frequenze di comparsa delle coppie di funzionalità organiche SERP, mentre in quelle a pagamento è stata registrata una forte decrescita su basse annua. Riscritture dei titoli nelle SERP
Verso la fine di Agosto 2021 Google ha riscritto molti titoli nelle SERP, ignorando il tag title associato alle singole persone per il 62,08 % delle volte. La modifica dei titoli, relativa al tag title è significativa per la sua portata, mentre la differenza tra il contenuto trovato nel tag title e quello che appare nella SERP parrebbe non esserlo.
Google ha modificato e riscritto molti titoli per aiutare quella porzione del Web non ottimizzata per la ricerca.
Stato dell’E-Commerce
Lo Stato dell’E-Commerce sulle SERP viene analizzato a partire dalle prestazioni organiche di Amazon e nelle Tendenze a pagamento delle SERP. Nel complesso l’E-Commerce ha registrato una riduzione significativa del traffico organico rispetto all’anno precedente con una percentuale del -14,75%.
Lo stesso Amazon a partire soprattutto dall’estate 2021 ha registrato una diminuzione del -20,09% del traffico organico, perdendo cosi il 6,26% della sua quota di mercato di traffico organico.
Considerazioni
Questo calo registrato negli E-Commerce è da imputare al ritorno pian piano alla normalità dopo questi anni di pandemia da Covid-19.
Ma sarà effettivamente cosi?
Si tornerà ai livelli di traffico organico che gravitava intorno all’e-commerce o questa pandemia ci ha lasciato una nuova normalità?
Questa “nuova normalità”comporterebbe il 15,83% di traffico organico in meno verso siti di e-commerce rispetto al periodo pre pandemia.
Caso specifico: Amazon
In questi anni di pandemia Amazon, il colosso dell’e-commerce, ha perso delle quote di mercato importanti.
Queste perdite hanno favorito i suoi competitor o queste perdite si sono evidenziate un pò su tutto il mercato organico del settore? Andando ad analizzare alcuni dei principali, ma più piccoli e-commerce, come , eprice.it, trovaprezzi.it, ecc., si riscontra una crescita, mentre Amazon e Ebay, altro colosso dell’e-commerce, hanno rilevato una diminuzione del traffico.
In realtà più che diminuito sarebbe più corretto dire che il traffico organico relativo all’e-commerce in questi anni di pandemia si sia DILUITO soprattutto se lo associamo alla perdita di quote di mercato di giganti come Amazon e Ebay.
I motivi relativi alla perdita del 6% delle quote di mercato e di ranking delle keyword, in particolare di quelle più significative e al conseguente miglioramento della presenza organica di alcuni dei competitor, non è dovuto ad una perdita di ranking generalizzata.
Si evince infatti da un’analisi che i ranking di Amazon nella top 10 dei risultati nel 2021 rispetto al 2020 si può vedere che non solo non c’è un calo nel numero di keyword posizionate in top 10 ma c’è anche un aumento nel 2021 (circa il 12,65 %).
Inoltre anche le prestazioni di Amazon nel posizionarsi in prima posizione nelle SERP hanno registrato un aumento del 18,99% nel numero di keyworrd nel 2021.
Quindi, dati questi aumenti in queste due importanti dati, sembra dunque che la perdita di quote nel mercato di traffico organico sia dovuta essenzialmento all’aumento della presenza di competitor.
SERP a Pagamento
Se analizziamo gli annunci della rete ricerca di Google notiamo che anche qui Amazon ha rilevato un calo.
Il suo spazio infatti è diminuito del 72,61% su desktop rispetto all’anno precedente, ma è aumentata del 34,78% su mobile. L’assenzadiAmazonnegliannuncidellaretediricerca inrealtàmostraquale formato a pagamento viene preferito dal colosso dell’e-commerce.
Il 2021 infatti, ha visto una crescita significativa della comparsa di Amazon nei PLA sui dispositivi mobili, portando Amazon a superare la media apparendo cosi in oltre 74,853 PLA su desktop e 36,276 PLA su mobile.
Inoltre il numero di keyword che portavano Amazon nei PLA è diminuito da 232,569 su desktop nel 2020 a 134,204 mentre su mobile è passato da 38,788 keyword dei PLA a 101,802. STATO DEL LOCAL
Analizziamo il panorama della Local Seo, focalizzandoci su come le attività hanno reagito al COVID, partendo dagli attributi trovati nelle schede locali.
Classificando secondo l’elenco standard dei settori di nicchia si evince una chiara tendenza verso contractor, operatori e professionisti sanitari, servizi legali, servizi alle imprese e outlet al dettaglio di prodotti per la casa e il giardino.
Le recensioni di tutte queste categorie presentano un rating medio di almeno 4, mentre il numero di recensioni cambia notevolmente da categoria a categoria.
Ad esempio sia Servizi legali che Servizi alle imprese hanno un numero medio di recensioni inferiore a venti.
Come mai?
Forse i contractor stanno incoraggiando i loro clienti a inserire recensioni? Analizzando 5.624 keyword fortemente correlate alle attività locali e sovrapponendole alle migliori schede su Google Maps e nel Local Pack in termini di recensioni, si è evidenziato un rating medio superiore a 4.
Da notare che su Google Maps la scheda con il ranking migliore conteneva oltre 800 recensioni mentre nella scheda migliore del Local Pack era quasi la metà rispetto a quello visto su Google Maps.
Nonostante ciò sia che siano nel Local Pack che su Google Maps, le schede in cima ai risultati contengono in media un numero incredibile di recensioni. La differenza che comunque si evince tra il numero medio di recensioni visualizzate tra Google Maps e Local Pack suggerisce che, di queste recensioni, la stragrande maggioranza sia positiva o neutra, solo il 2% erano negative nelle schede del Local Pack.
In media quanto sono vicini i luoghi che Google tende ad offrire all’interno dei risultati locali?
Analizzando i Local Pack si nota che la maggiorparte delle schede locali mostrate agli utenti distano circa 3 km dalla posizione dell’utente e solo il 6% era ad oltre 16 km.
Lo stesso si è visto analizzando Google Maps.
Ciò indica che vi siano poche possibilità che venga mostrata una scheda che non si trovi nelle immediate vicinanze. Tuttavia questi dati non sono del tutto uniformi, infatti variano molto in base all’attività.
Ad esempio, analizzando il settore Veicoli, si evince che presentano una distanza media di circa 5 km.
Analisi Attributi all’interno delle schede locali di Google
Gli attributi che le attività tendono ad utilizzare hanno guadagnato protagonismo man mano che le aziende affrontavano la pandemia legata al Covid-19.
Il fatto di utilizzarlo all’interno della scheda locale ha permesso ai potenziali clienti di sapere se fossero necessarie le mascherine e perfino se fossero presenti divisori di sicurezza per garantire la distanza al momento del pagamento.
Analizzando infatti, i 5 attributi più comuni, 4 di essi erano collegati al COVID. L’attributo più usato in 19 delle 23 categorie analizzate, con un utilizzo medio nelle schede del 4,7 %, risulta essere quello relativo alla possibilità di accedere in sedia a rotelle.
Inoltre l’attributo “Richiesta di appuntamento” è più popolare rispetto al “Servizio di ritiro”, che non ha raggiunto la top 5.
La popolarità di un attributo varia a seconda del settore a cui facciamo riferimento: infatti ad esempio, le attività di vendita al dettaglio utilizzano molto gli attributi relativi alle modalità di pagamento e quelli riguardanti l’esperienza d’acquisto in sé.
Allo stesso modo anche le attività in ambito sanitario si focalizzano molto sugli attributi collegati al COVID e includono un’elevata percentuale di attributi relativi all’accesso per utenti in sedia a rotelle(più alta della media).
L’attributo Accessibile con sedia a rotelle si riscontra sia stato utilizzato dal 10% delle attività sanitarie presenti in uno studio di analisi rispetto al 6% delle schede relative alla vendita al dettaglio.
Questo attributo risulta essere rilevante per entrambe le categorie, ma nonostante ciò il focus sulla salute lo rende più “attinente tematicamente” e atteso.
Altri settori invece evidenziano l’uso di attributi specifici nel loro ambito come ad esempio i ristoranti che utilizzano ampiamente attributi relativi a “consegna a domicilio” e “ asporto”.
In queste attività gli attributi “Consegna”, “Asporto” e perfino l’attributo “Solo contanti” sono stati utilizzati in oltre il 7 % delle schede che sono state analizzate. Attributi specifici per il Covid
Analizzando gli attributi legati al Covid e confrontando outlet di vendita al dettaglio e ristoranti da asporto si nota una differenza nella priorità data anche a attributi più universali come il “Servizio di ritiro”.
Pare infatti che i ristoranti da asporto capiscano che consumare qualcosa che forse è venuto a contatto con una persona positiva al COVID crea più ansia rispetto ad acquistare un prodotto generico nello stesso contesto e ciò mette in evidenza il vero scopo eìdell’attributo: quello di parlare alle necessità, ai desideri di un tuo potenziale cliente.
Gli attributi legati al Covid in ambito sanitario si focalizzano sulla sanificazione che è preponderante anche rispetto ai ristoranti per asperto.
Ci sono inoltre anche attributi specifici di settore che vengono spesso implementati da queste attività, come la disponibilità di visite in video o assistenza online.
Troviamo una situazione simile anche per le attività che prevedono contatti ravvicinati come ad esempio le spa o simili, le quali utilizzano un gran numero di attributi legati al Covid, superando addirittura le attività sanitarie.
Si evince che l’uso degli attributi dipende molto sia dal tipo di attività sia dalle preoccupazioni dei potenziali clienti.
Quindi è importante usare una vasta gamma di attributi assicurandosi che sia specifici del nostro settore di interesse: se mancanti, ci si potrebbe trovare in una situazione di svantaggio rispetto agli altri competitor.
STATO DELLA TECNOLOGIA: STATISTICHE DI SITE AUDIT
Analizzando i risultati di Site Audit per 247,116 domini (311,248,168 pagine analizzate in totale) che sono poi stati suddivisi in 4 categorie per dimensioni
del dominio, sono state raccolte tutte le informazioni relative ad eventuali problemi e quindi ai trend relativi alla salute tecnica dei siti web.
Questi problemi infatti potrebbero impedire il crawling di Google e quindi la conseguente indicizzazione.
Dall’analisi si nota che tutti i siti, di qualunque dimensione siano, tendono a ricadere nello stesso range:infatti il fatto di essere un sito grande o piccolo non corrisponde automaticamente alla presenza di maggiori o minori problemi.
Inoltre all’aumentare del numero di pagine, la salute tecnica media del sito cala. Questo probabilmente è dovuto al fatto che chi gestisce siti piccoli può risolvere molti più problemi a prescindere dalla sua importanza: infatti, è più facile gestire i problemi se il sito è più piccolo, mentre i siti più grandi devono ignorare i problemi meno importanti e concentrarsi sulle aree più preoccupanti.
Problemi, Avvertimenti ed Errori all’interno di un sito hanno un valore differente.
Dal punto di vista della SEO tecnica, gli “Errori” hanno il potenziale per influenzare in modo grave le modalità di interazione dei bot con un sito.
Hreflang
Gli Hreflang sono dei tag da aggiungere alle pagine di un sito per indicare ai motori di ricerca la lingua associata a quella determinata pagina.
In sito tradotto in più lingue dovrebbe infatti implementare gli Hreflang in modo tale che Google possa la pagina giusta in relazione all’utente che ne richiede la visualizzazione.
L’implementazione degli Hreflang tuttavia non è semplice: molti siti infatti contengono problemi e danni proprio relativi a questi ultimi.
Ovviamente quando grandi siti internazionali aggiungono ulteriori mercati, i problemi legati agli hreflang aumentano ulteriormente.
Il markup dei Dati strutturati
Il markup dei Dati strutturati rappresenta un aspetto fondamentale da analizzare per la salute del sito.
Aggiungendolo alla pagina infatti, non solo aiuta i bot a comprendere meglio e con meno sforzo cosa c’è sulla pagina (perché anche le risorse di Google sono limitate), ma può determinare se la tua pagina apparirà o meno come risultato avanzato sulla SERP.
Dai dati analizzati si evidenzia una discrepanza tra siti piccoli e siti che contengono un discreto numero di pagine in cui sono implementati i dati strutturati.
Questi siti potrebbero semplicemente non essere consapevoli dell’importanza dei dati strutturati o comunque per un sito personale di una pagina è meno rilevante l’implementazione dei dati strutturati al fine di apparire come risultato avanzato rispetto ad un sito di e-commerce di media grandezza che cerca invece di avere una presentazione migliore dei propri prodotti nelle SERP. Si nota che la tendenza si sposta verso meno implementazioni valide all’aumentare del numero di pagine.
Quindi in realtà la percentuale di markup validi è abbastanza alta e implementarli correttamente non è troppo complicato per i siti a patto che però si prenda in considerazione solo il fatto che le implementazioni siano valide o meno.
Formato dei Dati strutturati
I dati strutturati possono essere implementati a una pagina usando JSON-LD o microdati.
Google però preferisce l’utilizzo di JSON-LD, anche se sul Web non c’è la stessa tendenza(in media, quasi il 24 % dei siti ha implementato i Dati strutturati tramite microdati).
La differenza tra JSON-LD e microdati è che questi ultimi vengono aggiunti direttamente all’HTML della pagina (come tag HTML effettivi), mentre JSON-LD utilizza script che vengono aggiunti all’header della pagina.
In media, il 48,12 % dei siti con 1,000 pagine o più fanno uso dei microdati. I siti contenenti 1000 o più pagine hanno implementato JSON- LD il 60 % delle volte in almeno una delle loro pagine.
Nei siti al di sotto delle 100 pagine la percentuale di utilizzo di JSON-LD arriva appena al 28%.
Il 17,64% dei siti in generale contiene entrambi i formati.
Il 30% dei siti con oltre mille pagine contiene entrambi i formati.
Il 41,98% dei siti con oltre 10,000 pagine contiene entrambi i formati.
Dalle analisi effettuate dunque si evince che meno del 50 % dei siti sul Web contiene markup di dati strutturati di qualunque tipo e il 70 % dei siti al di sopra delle 1,000 pagine, in media, ha implementato il markup in qualche modo (JSON-LD o microdati).
Invece i siti con meno di 100 pagine detengono il 55 % di probabilità in meno di implementare i dati strutturati, e i siti fino a 1,000, in media, il 22 % di probabilità.
Qualunque sito che vende prodotti, piccolo o grande che sia, è un candidato ideale per implementare i dati strutturati e apparire come risultato avanzato nella SERP.
Qualora non fossero presenti i markup nei siti più piccoli la colpa è da imputare alla mancanza di consapevolezza dell’importanza in questi siti del markup o della mancanza delle competenze per implementarlo a livello tecnico (per mancanza del know-how o per limitazioni del CMS).
L’uso più comune del markup
Esistono diversi tipi e dimensioni di markup che si possono utilizzare e che sono supportati da Google e che quindi sono in grado di influenzare l’apparizione degli URL nella SERP e migliorare le metriche come il CTR.
Il markup “Fact Check”:si applica solo quando la pagina sta controllando una dichiarazione fatta da altri.
Il markup “Article”:si può applicare sulla maggior parte dei blog post, agli articoli di notizie, ecc.
Il markup “Product” o “Breadcrumbs”: aiuta a fare in modo che l’elemento di navigazione appaia nella SERP.
La “Casella di ricerca dei Sitelink”:permette alle pagine di un sito di apparire con un riquadro di ricerca nella SERP; è applicabile solo quando ci si posiziona al primo posto nel ranking nella SERP.
Interessante sapere che i CMS includono il markup pronto all’uso o come parte di un template o implementati da un plug-in: quindi è probabile che la maggioranza dei siti che implementano questo formato probabilmente non ha deciso specificamente di implementarlo.
Inoltre i vari markup vengono più o meno utilizzati anche a seconda delle dimensioni del sito di riferimento.
Ad esempio il markup “Casella di ricerca dei Sitelink” in genere non viene utilizzato da siti con meno di 100 pagine cosi come anche i markup “Article” e “Product” e “Local Business”.
Oppure l’uso del markup “Breadcrumbs” aumenta all’aumentare delle dimensioni del sito.
Nessuno sta usando invece il markup speciale legato al Covid-19.
Per quanto riguarda i markup sulle FAQ i siti più grandi li implementano meglio.
Questa tendenza riguarda un po tutti i markup:ovvero in generale i siti più grandi sono quelli che sfruttano al meglio i markup.
Stato del markup nella condivisione sui Social
I markup non servono solo ai motori di ricerca.
Infatti uno degli scopi più comuni dei markup è migliorare l’aspetto degli URL sui social media. Tramite il protocollo Open Graph (più del 30%) o Twitter Card è facile riscontrarlo.
Il protocollo Open Graph genera una scheda Twitter avanzata contenente titolo e descrizione della pagina e perfino un’immagine.
La frequenza della probababilità di implementazione in un sito viene analizzata in relazione alle dimensioni di quest’ultimo:
-Il 59% di utilizzo di Open Graph e il 52% per Twitter Card:per i siti al di sotto delle 100 pagine;
-Il 70% di utilizzo di Open Graph e il 50 % per Twitter Card:per i siti con più di 1000 pagine;
CORE WEB VITALS
LCP, FID, TBT e CLS:le tre metriche CORE WEB VITALS.
LCP: è una metrica che traccia la velocità di caricamento delle pagine web. FID: è una metrica che traccia in quanto tempo un visitatore interagisce con una pagina web.
CLS: è una metrica che traccia la stabilità degli elementi visivi di una pagina web.
TBT: è una metrica che
Sono stati analizzati dati di laboratorio e sul campo di 24,000 URL mobile e 25,000 di URL desktop nel mese di Ottobre 2021 e a livello storico, i dati di circa 1,7 milioni di URL desktop e 324,000 mobile, usando lo strumento Site Audit.
CWV e ranking
A Giugno 2021 Google ha effettuato un lento rilascio del Page Experience Update e al centro di questo aggiornamento ci sono i Core Web Vitals, che sono diventati fattori di ranking da febbraio 2022.
Interessante il comportamento del loro impatto sui ranking prima e dopo l’aggiornamento.
Non sono state riscontrate particolari correlazioni significative tra il ranking e il passaggio di CWV in quanto la percentuale di URL superati in alcuni casi è effettivamente diminuita.
misura il tempo totale in cui una pagina viene bloccata
dalla risposta all’input dell’utente. Core Web Vitals: Quanti URL sono passati?
Quanti URL hanno effettivamente passato la verifica dei CWV?
A livello mobile(a livello desktop non sappiamo in quanto non è ancora integrato l’algoritmo) si è registrato solo il 32% a Ottobre 2021 di URL testati che avevano effettivamente superato la verifica dei CWV.
Il parametro FID ha avuto il più alto tasso di successo tra i Segnali Web Essenziali, in quanto il 92,7 % degli URL analizzati ha passato la prova su mobile.
CLS ha ottenuto il 60% degli URL senza problemi, LCP solo il 47%. Dal punto di vista del desktop sono comunque arrivati dati.
Si è visto che una percentuale elevata di siti ha superato la verifica dei CWV; infatti oltre il 60 % degli URL desktop sono stati promossi su CLS e praticamente tutti gli URL hanno avuto buoni risultati di FID e inoltre un numero significativamente più alto (rispetto al mobile) ha superato positivamente la prova di LCP.
In sintesi sia a livello mobile sia desktop si è registrato che circa 1/4 degli URL testati ha avuto prestazioni “Scadenti” per almeno una delle tre metriche, mentre il 38,4 % degli URL desktop e il 43,5 % degli URL mobile sono “Da migliorare”, ma sono stati promossi per le altre 2.
Confronto dati sul campo con i dati di laboratorio: il divario nei CWV
Non vi sono dati sul campo per tutti i siti.
È necessario infatti per poterli registrare raccoglierli dai browser e quindi avere una certa quantità di traffico.
Molti però non raggiungono la soglia necessaria per produrre questi dati e quindi Google si affida ai dati di laboratorio.
Analizzando la sovrapposizione tra i dati di laboratorio e i dati sul campo su mobile si riscontra una grande propensione a passare i CWV quando vengono implementati i dati sul campo. In media si ha il 52% di possibilità in più di superare i CWV quando si utilizzano i dati sul campo piuttosto che i dati di laboratorio su mobile. Su desktop i dati relativi a questa sovrapposizione indicano numeri molto più vicini in quanto i dati simulati non sono così lontani in termini di velocità del dispositivo rispetto al mobile.
La possibilità di superare o meno i Core Web Vitals qualora venissero usati i dati sul campo è un dato che conviene guardare a partire dai punteggi di laboratorio su desktop cosi da avere un’indicazione generale sul passare o meno, se venissero usati i dati sul campo.
Core Web Vitals: Quanto è difficile passare da punteggi Scadenti a Buoni
Analizzando la percentuale di miglioramenti che porterebbero da un punteggio basso a uno alto, da un punteggio basso a un punteggio “Da migliorare” e da una valutazione “Da migliorare” a un buon punteggio si evince che:
su mobile solo l’1 % ha mostrato un miglioramento di qualunque tipo per tutte e tre le metriche studiate (LCP, CLS e TBT per simulare il FID).
Ad ogni modo una buona percentuale di URL che ha mostrato dei miglioramenti nonostante tutto. LCP sembra essere la metrica più difficile da migliorare tra le tre. In merito a TBT le variazioni qui sono incrementali, con la maggior parte degli URL che sono migliorati passando da “Scadente” a “Da migliorare” o da “Da migliorare” a “Buono”.Rispetto a LCP, la maggior parte dei miglioramenti ha portato l’URL da “Scadente” a “Da migliorare”.CLS è la metrica per la quale è più facile fare modifiche che portino a ottenere un punteggio “Buono”. Gli URL infatti, sono passati da “Scadente” a “Buono” rispetto al crescere in modo incrementale da “Scadente” a “Da migliorare”.
-su desktop la stessa quantità di URL ha mostrato un miglioramento in tutte e tre le metriche rispetto agli URL mobile e quindi pochi. Anche qui CLS sembra la metrica più semplice da portare da “Scadente” a “Buono” in un’unica volta.
CONCLUSIONI GENERALI
La circolazione del Covid-19 e la conseguente diffusione dei suoi vaccini più o meno validi, ha portato il mondo verso una nuova traiettoria.
Dai dati che sono stati analizzati si possono dedurre diverse cose. Le persone continuano a creare siti, ma non con lo stesso entusiasmo che avevano prima della pandemia.
Si è visto un notevole aumento del traffico organico in generale, ma poco dopo in concomitanza con la lenta riapertura delle attività fisiche è stato registrato un calo.
Cosa succederà quando finalmente uscire definitivamente da questo panorama pandemico distopico?Ne usciremo veramente?
Difficilmente si ritornerà ai livelli pre-Covid quindi dovremmo cercare di capire quale sarà la “nuova normalità”.
Più che risposte, ci troviamo sommersi in un mare di domande.
Per la Local Seo, quanto saranno importanti gli attributi collegati al COVID in futuro? Il mondo ha creato un nuovo standard relativo alle aspettative di igiene che renderà importanti questi attributi negli anni a venire? Sarà questa la nuova normalità?
Le quote di mercato organiche si apriranno per i siti di e-commerce? Amazon continuerà ad allentare la sua presa sulle SERP? Anche se lo facesse, Google Shopping prenderà subito il suo posto o il sito medio avrà la sua occasione di brillare? E qui, quale sarà la nuova normalità? Come crescerà la concorrenza? Gli utenti cercheranno ancora opzioni digitali allo stesso modo? Si aspetteranno ancora un servizio di consegna in strada anche quando la pandemia sarà solo un ricordo?
L’importante ad oggi per cercare di dare una risposta a queste domande il prima possibile è importante tenere traccia di quello che sta succedendo al tuo sito e a cosa sta accadendo nell’intero ecosistema digitale. Tutto è ancora in evoluzione e non si sa come sarà alla fine. Monitorare la situazione attentamente, molto più di prima, è la cosa migliore che si possa fare per assicurare il successo di un sito. Il punteggio medio di massima volatilità è calato nel 2021 dell’1,12 % sia su desktop che su mobile, e anche i picchi di ciascun settore in ogni anno sono stati più bassi.
Il punteggio medio di massima volatilità è calato nel 2021 dell’1,12 % sia su desktop che su mobile, e anche i picchi di ciascun settore in ogni anno sono stati più bassi. .