Cosa si intende per Generazione Z?
Il termine Generazione Z (o Centennials, Digitarians, Gen Z, iGen, Plurals, Post-Millennials, Zoomers) ci si riferisce alla generazione dei nati tra il 1997 e il 2012, i cui membri sono generalmente figli della Generazione X (1965-1979) e degli ultimi baby boomers.
Questa generazione è stata preceduta dai Millennials, mentre la generazione successiva, che comprende i nati dai primi anni duemiladieci in poi, è stata chiamata Generazione Alpha.
Chi sono gli iGen Z?
Parliamo di persone cresciute in un ecosistema dominato prevalentemente da internet, dei veri e propri nativi digitali, e rappresentanti la prima generazione in assoluto mobile-first, dove si vive in simbiosi con il proprio smartphone e la cui realtà viene interpretata proprio attraverso questa tipologia di dispositivo.
I loro valori, il loro immaginario,la loro visione della vita, il modo di socializzare nonché le abitudini di consumo sono state inevitabilmente influenzate dall’ecosistema nel quale sono nati.
Differentemente dai loro predecessori (i Millennials), questa Generazione Z, possiede spiccate caratteristiche di intraprendenza con una visione più realistica del presente e focalizzata al futuro.
Ricercano autenticità ed immediatezza, unicità e personalizzazione.
Spesso vengono definiti anche iGen, in quanto iperconnessi, sintonizzati sempre su social o piattaforme analoghe per creare relazioni e community.
Quest’ultima generazione preferisce tipologie di social molto più recenti rispetto ormai all’anziano Facebook.
Utilizzano molto TikTok e Instagram, mentre come piattaforme streaming si avvalgono prevalentemente di Spotify per musica e Netflix Youtube per video e film/serie tv, ecc.
Inoltre per quelli con la passione per il gaming c’è Twitch, altro social molto utilizzato.
I ragazzi della Generazione Z sono in generale molto più attenti alla propria carriera, alla stabilità finanziaria e ai soldi.
Tendenzialmente seguono le orme lavorative dei loro genitori.
Sono molto esigenti e meno fedeli ai brand, sono infatti consumatori nomadi.
Passano da un brand all’altro a seconda delle loro esigenze o semplicemente da chi assicura loro una migliore esperienza di acquisto o consumo.
In generale però, prediligono i brand che dimostrano una particolare sensibilità nei confronti di problemi o questioni sociali e ambientali e che si adoperano attivamente nella ricerca di una soluzione.
Che lingua parlano i giovani della Generazione Z?
Per capire bene chi sono e come rapportarsi con i giovani di questa generazione è opportuno conoscere qualche terminologia che utilizzano.
Come anche nelle precedenti generazioni, la Generazione Z, ha dei modi di dire propri del suo tempo, nati negli ultimi anni o riportati dall’inglese che attingono da campi differenti: musica, web, videogames, ecc.
Vediamo qualche parola, cercando di ricreare un mini-vocabolario utile all’interpretazione:
Bae: abbreviazione di before anyone else, ossia “prima di chiunque altro”.
Un modo per soprannominare una persona speciale a cui si è particolarmente legati.
Bannare: Dall’inglese to ban (espellere), definisce l’azione punitiva che si prende nei confronti di chi viola le regole della community sui social.
Blastare: dall’ inglese to blast che significa schiacciare.
Se hai “blastato” qualcuno significa che lo si è messo a tacere durante una discussione accesa.
Bufu: un modo simpatico e scherzoso per mandare a quel paese qualcuno.
Cringe: definisce una situazione nella quale ci si sente fortemente in imbarazzo e si vorrebbe scappare a gambe levate.
Eskere: Non farti domande! È l’acronimo per let’s get it! (facciamolo!) ed è usato semplicemente come spinta all’azione.
Flexare: deriva dall’inglese to flex (flettere) e indica un atteggiamento di ostentazione e vanto per qualcosa (una macchina di lusso, delle scarpe nuove, ecc.).
Hype: In inglese vuol dire “gonfiamento”.
Se si “sta in hype” significa che si è in attesa trepidante di vedere qualcuno o partecipare a un evento.
Normie: Da normal, non è altro che una persona conformista che segue i trend e le mode del momento.
Stonks: Viene pronunciato quando qualcosa è andato per il verso giusto, portando al successo e a un risultato positivo.
Swag: viene utilizzato per complimentarsi con qualcuno per come si veste.
In inglese la parola tradotta significa “bottino” e si riferisce ai soldi che ti consentono di creare un tuo stile.
Triggerare: Da trigger (innesco) in inglese, viene usato per indicare una provocazione.
Se “triggeri” qualcuno vuol dire che lo fai arrabbiare volontariamente.
Non dimentichiamo inoltre anche un altro tipo di linguaggio che nasce proprio con questa generazione, le Emoji.
Gli iGen infatti, utilizzano molto le emoji e anche gli sticker, ai quali attribuiscono un significato ironico e non convenzionale.
Vediamo anche qui qualche esempio:
🤠: utilizzata per esprimere un imbarazzo;
💙: il cuoricino blu rappresenta supporto e ammirazione;
💛: il cuoricino giallo rappresenta l’amicizia:
💜: il cuoricino lilla rappresenta attrazione fisica verso qualcuno;
🤡: indica qualcosa di sciocco e insensato;
🧠: indica qualcosa di stimolante ed emozionante;
👈 👉: indica una persona timida;
💀: indica che si è “morti dalle risate”,
👁👄 👁: utilizzata per esprimere shock;
La Generazione Z rappresenta il nuovo target a cui puntare in una Strategia di Marketing da proporre ad un brand?
Gli iGen sono molto propensi ad acquistare sui social, ma non sono consumatori fedeli.
Spesso infatti, cambiano brand e lasciano feedback e recensioni su social e siti.
Si affidano ai consigli di Influencers prima di acquistare, cosi da ricevere maggiori informazioni sul prodotto o il bene di consumo di loro interesse.
Se l’obiettivo aziendale è quindi quello di lanciare un prodotto puntando sul target della Generazione Z allora non basterà investire solo sul social di Zuckerberg.
Non esistono regole o strategie fisse, è necessario sperimentare, cercare di essere il più possibile flessibili e riuscire ad esserci dove questa generazione si ritrova spontaneamente.
Una comunicazione efficace con gli iGen può essere quella attraverso video come formato principale, utilizzando un linguaggio semplice e diretto che informi e intrattenga.
Un’altra tecnica che si potrebbe tornare ad utilizzare potrebbe essere quella del printed marketing, in quanto:
- aiuterebbe i più giovani a restare concentrati: la loro attenzione infatti è sempre compromessa da messaggini, video, mentre se hanno tra le mani un flyer di un brand potrebbero essere in grado di dedicargli un’attenzione esclusiva;
- garantirebbe un’esperienza sensoriale e personalizzabile:il printed marketing possiede una tangibilità tutta sua, collegata normalmente all’odore della carta, sensazioni del tatto ecc.
- allunga il ciclo di vita di un messaggio di marketing:è un messaggio che non passa scrollando i media all’interno di un’applicazione, costringendo alla durata quasi istantanea dell’ads.
- sarebbe vista come una forma di marketing non tradizionale:abituati al digitale, quelli della generazione Z, sarebbero molto interessati dall’uso ormai in via di estinzione della carta e considererebbero come qualcosa di speciale.
La Generazione Z e l’ambiente
I dati dimostrano che i giovani italiani si dimostrano più attenti al cambiamento climatico rispetto alla media globale.
Ciò fa emergere una sensibilità che le istituzioni e le imprese italiane devono recepire e trasformare in proposte di sostenibilità concrete e credibili.
L’80%infatti, della GenZ e il 76% dei Millennial italiani pensa che siamo vicini al “punto di non ritorno” nella risposta al cambiamento climatico.
Inoltre il 72% degli iGen e il 77% dei Millennial afferma di aver sperimentato di persona almeno un evento meteorologico grave negli ultimi 12 mesi.
Questi dati ci danno conferma di quello che possiamo definire eco-ansia, fortemente presente nella vita di questa generazione.
Questi giovani infatti sono molto attenti, proprio perchè spinti da questa sensazione a ansiogena, a ridurre il proprio impatto ambientale: sono disposto a cambiare le loro abitudini per proteggere l’ambiente.
La Generazione Z e la preoccupazione del carovita
Altri dati mostrano anche chè tra gli iGen è molto forte la preoccupazione per i continui aumenti del costo della vita.
Tutto ciò a causa dell’ ondata inflazionistica legata alla pandemia e della guerra in corso in Ucraina.
Questo porta anche alla paura della disoccupazione, tra le prime tra Millennials e iGen.
La capacità di risparmiare per queste generazioni risulta una dinamica davvero difficile:sono sempre meno ottimisti sulla probabilità di arrivare alla pensione con tranquillità.
La Generazione Z e il lavoro
Gli iGen e i Millennials vogliono un tipo di lavoro definito work life balance con possibilità di approfondimenti e di crescita.
La cosa più importante per loro infatti, è trovare un ambiente di lavoro che li garantisca un adeguato bilanciamento tra vita lavorativa e tempo libero.
Le aziende, spinte da questi dati, dovrebbero tenere conto di queste esigenze soprattutto in un’ottica di attrattività di talenti.